Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Sempre Attivi

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

Nessun cookie da visualizzare

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

Nessun cookie da visualizzare

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

Nessun cookie da visualizzare

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

Nessun cookie da visualizzare

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

Nessun cookie da visualizzare

Si ma gli altri?

Sì ma gli altri?

è la risposta classica dei miei nuotatori quando chiedo una correzione.

Probabilmente é la risposta più umana, la più corrispondente alla condizione di essere vivente, dato che è così ricorrente. Eppure nello sport è evidente che ci si dovrebbe distinguere. Distinguere significa fare quello che gli altri non fanno.

(come faccio a toccare prima se faccio le stesse cose che fa l’altro? Al massimo tocco insieme.) é questa la regola.

Non posso essere meglio degli altri se faccio quello che fanno gli altri. Devo per forza fare qualcosa di diverso. Perché allora questa regola salta?

Se questa regola fosse evidente, il tentativo di fare diversamente sarebbe altrettanto evidente, verrebbe espresso, sottolineato, ricercato.

L’intervento dell’allenatore non dovrebbe essere chiedere di fare qualcosa di diverso, ma cercare che questo diverso non diventi motivo di invidia eccessiva e di conflitto, ma di desiderio di emulazione e di competizione.

Quindi le risposte sono due:

1) non è vero che voglio distinguermi. Il mio obiettivo è omologarmi, uniformarmi, fondermi negli altri (guai ai diversi)

2) non mi sono posto il problema e sono lì per sbaglio.

Lascia un commento