“Forse a volte basta solo credere in se stessi!
Alla fine degli altri non te ne deve fregare niente, se fai qualcosa la fai per te stessa.
Oggi ho dato prova a me stessa di saper vincere ogni paura, ogni ansia…basta solo un po’ di fiducia nelle proprie abilità!
Se vuoi davvero qualcosa anche se può sembrare difficile o anche impossibile devi sempre provarci.
Perchè un conto è perdere senza neanche provarci, un altro è perdere ma pur sapendo di aver dato tutto quello che avevi.
Se hai un sogno, inseguilo e non permettere mai a nessuno di dirti che non sei capace di fare qualcosa.
In quest’estate ho fatto esperienze bellissime, grazie a tutti quelli che mi hanno sempre incoraggiato.
Siamo quasi alla fine.
Nuoto in acque libere 2013″
Era domenica pomeriggio, quando un violento diluvio sulla città di Cagliari ha cancellato le mille impronte sulla sabbia del litorale, il poetto, che poche ore prima era stato la meravigliosa cornice della tradizionale traversata a nuoto nel capoluogo sardo, impronte cancellate, pensieri incancellabili.
Vale assolutamente la pena riportarlo e raccontarlo a caratteri cubitali, perchè ne possano trarre spunto tutti i giovani nuotatori, per lei era un semplice post ricco di soddisfazione appena terminata la penultima tappa del circuito in acque libere della regione Sardegna, la 7 chilometri classica della Cagliari-Poetto che si è svolta domenica 15 settembre.
Silvia, classe 1999, occhi dolci, di quelle che un allenatore difficilmente riesce ad arrabbiarsi con lei perchè alla fine prevale il suo farsi voler bene.
14 anni che nella società moderna sono sinonimo di tante cose e una di queste è proprio l’autostima che spesso venendo a mancare costituisce l’anello debole della catena emotiva di un atleta che pur conoscendo bene le proprie capacità non riesce ad esprimerle determinando così il proprio “fallimento sportivo”.
Nel post di Silvia pubblicato su Facebook nel pomeriggio dopo la gara si comprendono molte cose, quella che più percepiamo è la soddisfazione nell’aver preso consapevolezza dei propri mezzi, aver riconosciuto in se stessa una atleta vincente, non perchè possa essere stata prima all’arrivo ma perchè finalmente ha creduto fino in fondo in ciò che stava facendo, ha creduto fino in fondo in se stessa.
Perchè non c’è migliore vittoria di quella ottenuta su se stessi, pur non primi all’arrivo, essere semplicemente felici per la consapevolezza di aver superato le proprie paure, essere felici per averci provato con la testa, il cuore e i polmoni, essere arrivati fino in fondo senza mai rinunciare, averci provato ed esserci riuscita. Sentirsi vincente.
Perchè è vero, un perdente trova sempre una giustificazione per ogni cosa e rinuncia, un vincente persevera fino al raggiungimento del suo obiettivo, poi i più pignoli cercheranno l’ago nel pagliaio chiedendo quando è che un atleta si deve sentire perdente e quando vincente, ma il concetto è molto chiaro, diventi vincente nel momento in cui smetti di togliere inutili scuse e inizi a provarci sul serio, nel momento in cui ci credi veramente.
Silvia ha scoperto quanto è bello essere una vincente e c’è da esserne orgogliosi.
Pubblichiamo questo articolo così che possa essere da spunto a tutti quei ragazzi che non riescono, che possa dare coraggio a chi non ne ha.
Ringraziamo Silvia per le magiche parole che hanno riempito il nostro cuore sportivo aspettandola in riva al meraviglioso mare di Sardegna all’arrivo della prossima avventura in acque libere, anche ci sarà la pioggia, per noi sarà il sole.
Corrado Sorrentino per Swich