Bisogna non fermarsi mai al semplice numero della posizione finale, perché le gare open water hanno così tante variabili che in un attimo tutto può cambiare, ne ha fatto le spese ancora una volta la campionessa olimpica Van Rouwendaal che dopo essere stata per almeno metà gara sul podio si è vista soffiare il terzo posto dalla brasiliana Cunha che al contrario è venuta fuori solo negli ultimi metri, così come per le nostre due meraviglie italiane Giulia Gabbrielleschi e Martina Caramignoli la gara suona secondo me come una impresa, per entrambe l’esordio mondiale con un sesto posto che vale quanto un podio per Giulia che è stata sempre lì pure lei sul podio e solo nell’ultimo chilometro la bagarre della gara l’ha penalizzata relegandola appena dietro e perdendo la fuga delle americane in testa, è comunque un traguardo di enorme valore che dopo il titolo assoluto di Bracciano pone l’atleta allenata da Max Lombardi come un punto fermo per questo ciclo olimpico.
“Ringrazio davvero tanto le Fiamme Oro, i Nuotatori Pistoiesi è il mio allenatore Massimiliano Lombardi perché sono stata messa nelle condizioni perfette per arrivare al meglio a Budapest, è stata una gara bellissima, e ogni volta è sempre meglio, amo davvero molto questo sport!”
Per Martina Caramignoli invece l’impresa c’è ma il suo valore viene in qualche modo oscurato dalla posizione finale ma vi assicuro che è fortemente ingannevole, perché nella prima parte di gara complici le rotazioni sulle boe che erano davvero un delirio di nuotatrici, Martina in qualche modo è rimasta molto indietro non trovando il minimo spiraglio per poter passare, e lo sappiamo che a quei livelli anche le velocità di percorrenza sono elevate e dunque passare non è mai semplice, ma attenzione però perché da metà gara in poi quando i gruppi hanno iniziato ad allungarsi Martina ha ripreso a nuotare sui suoi ritmi più consueti e pensate adesso, dalla 30ª posizione ha chiuso 12ª!
Brava Martina, se non è una impresa questa…