Swimming History Channel: De Coubertin non era un fanatico.

ph. facebook – Paolo Tondina

De Coubertin non era un fanatico.

Il dilettantismo per lui era l’antidoto contro la violenza degli affari e del potere sullo sport. In ”memorie olimpiche”, del 1927, il libro in cui spiega il suo pensiero in forma retrospettiva affronta con chiarezza questo argomento. Ecco le sue parole: ” Per me lo sport è una religione con chiesa, dogmi e culto … ma soprattutto un sentimento religioso. E mi sembra infantile legarlo al fatto che uno sportivo ricavi dalle sue fatiche un pezzo di cento soldi, come sarebbe infantile sostenere che lo scaccino della parrocchia è un miscredente solo perché riceve un compenso per assicurare il servizio al santuario. Avendo ormai raggiunto, e addirittura oltrepassato, l’età in cui può esser lecito praticare e proclamare liberamente delle eresie, non esito a confessare il mio reale punto di vista. Tuttavia, in mancanza di meglio, capisco bene che è necessario ammettere determinate regole, elevando cioè certe barriere, più o meno fittizie sia pure… per aiutare il movimento a sopravvivere.”

Onore al nostro amato barone!.
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