Mica ce ne possiamo privare!
Scherziamo, abbiamo a che fare con la ragazza prodigio degli ultimi anni, colei che potenzialmente potrebbe mettere la firma su successi che solo poche nuotatrici italiane fin’ora hanno ottenuto.
Diletta Carli, nell’ultimo anno più volte i commentatori televisivi l’hanno descritto in ombra, così anche le fonti di federnuoto.it, forse perchè ci ha abituati a vederla toccare l’acqua e siglare un record, forse perchè involontariamente ad ogni sua gara vorremmo vederla volare sui suoi migliori tempi.
Ma chi mastica lo sport da tanto tempo sa bene che un atleta più cresce più in qualche modo deve affrontare un sempre più piccolo e difficile miglioramento a fronte di un lavoro sempre maggiore ed estenuante, senza dimenticare gli impegni scolastici che anche Diletta come tutti i ragazzi della sua età ha.
Nel senso che è fuori dalla norma perchè fortissima ma con le stesse problematiche di tutti.
Alla fine dei conti comunque, Diletta ha già fatto tutte le manifestazioni possibili, quelle giovanili e assolute, Londra, Barcellona, Dubai, tutto, quindi non si può che essere soddisfatti e di fatto, seppur “in ombra” alla fine è campionessa del mondo juniores!
Un certo allenatore di Baltimora ha cresciuto un certo di nome Bob Bowman ha cresciuto il numero uno Michael Phelps dicendogli che “le parole contano quanto le parole, quelli che contano sono i fatti!” e i fatti dicono appunto che diletta al momento opportuno ancora una volta ha fatto centro!
In qualche modo l’abbiamo vista e seguita nella sua crescita e abbiamo la fortuna di averla tutta per noi in un “diario” in cui ci racconta come è andata la sua ultima stagione.
Eccola!
Diletta Carli – Campionessa mondiale juniores 2013 – 200 stile libero
Dopo una finale olimpica e una stagione a dir poco perfetta avrei voluto qualificarmi in una gara individuale in quello che era l’appuntamento più importante dell’anno, i mondiali, Barcellona 2013.
L’obiettivo non sembrava impossibile almeno nei 400 visto che sarebbe bastato abbassare il mio personale, fatto da “carica”, di un solo secondo.
La stagione in corta è stata molto positiva forse sull’onda dell’entusiasmo.
Ho fatto i miei migliori in quasi tutte le gare, sono stata finalista nei 200, 400 e 800 stile libero agli europei in vasca
corta.
Poi ho partecipato ai mondiali in corta che ,anche se non sono andati benissimo, mi hanno dato per la prima volta la possibilità di competere in gare individuali in un contesto mondiale e rendermi conto che anche se nuoti accanto alla campionessa olimpica non devi fare in nessun modo la gara sugli altri perché la maggior parte delle volte rimani fregato.
A febbraio sono stata con altri ragazzi della nazionale al collegiale in altura a Flagstaff; una nuova esperienza che è risultata essere molto positiva e in cui non ho avuto nessuna difficoltà nell’affrontare gli allenamenti proposti. Tornata dal collegiale dopo una decina di giorni la prima gara in lunga, Milano, in cui a causa di impegni scolastici ho potuto partecipare solo ai 400 con un crono molto buono considerato il periodo della stagione e che mi aveva fatto ben sperare per gli assoluti primaverili.
Poi una tappa di passaggio per testare la condizione poco prima degli assoluti, i giovanili, in cui pur gareggiando da carica ho potuto capire che il mio stato di forma era molto buono in linea con i miei migliori stagionali.
Infine qualche giorno a casa e poi la gara che preparavo dopo Londra in cui mi aspettavo di poter fare molto bene. I giorni che però mi dividevano dagli assoluti non sono stati come credevo; ero molto stanca, in allenamento non riuscivo a fare i passi e i tempi che mi venivano richiesti. Gli assoluti poi non sono andati per niente bene dopo il 400, gara in cui partivo da favorita e che invece è stata un vero disastro, sarei voluta tornare a casa e invece Adolfo (Coach Buonaccorsi) mi ha convinta a rimanere per gareggiare. Poi i 200 anche quelli non bene ma meglio dei 400. Tornata a casa non riuscivo a capire cosa mi potesse essere successo come avessi potuto perdere condizione in meno di una settimana, cercavo spiegazioni da Adolfo ma anche lui non sapeva cosa dirmi.
Il periodo dopo è stato veramente devastante, ghiandole ingrossate, febbre, allora ho deciso di fare le analisi del sangue e ho scoperto di aver avuto la mononucleosi che mi aveva debilitato.
Per qualificarmi per Barcellona per fortuna c’era un’altra possibilità: il trofeo Settecolli.
Nella vasca del Foro Italico sono riuscita a scendere per la prima volta questo anno sotto i due minuti e a registrare anche nei 400 il mio secondo crono di sempre e primo stagionale. Ormai ero sicura di partecipare ai mondiali di Barcellona con il terzo tempo nei 200 stile libero e la staffetta era assicurata e poi grazie al tempo nei 400 avrei potuto aspirare anche a una gara individuale in questa distanza.
Prima di partire per i mondiali collegiale d’obbligo a Ostia dove, dopo una prima nostalgia di casa superata grazie alla compagnia degli altri ragazzi, non riuscivo a trovare la mia nuotata, perdevo il braccio sinistro , non spingevo e facevo tempi altissimi per i miei standard.
Di Barcellona c’è poco da raccontare dopo un primo momento in cui speravo di essere in ripresa mi sono accorta che la condizione non c’era nella maniera più assoluta e soprattutto la nuotata come dimostrano i tempi nella staffetta e nel 400.
Dopo una stagione del genere non volevo nemmeno partire per i mondiali a Dubai ma avrei preferito staccare un po’ e riposarmi soprattutto di testa per pensare alla prossima stagione e partire con la giusta grinta. Poi ho fatto comunque le valige per il collegiale nella speranza di ritrovare la voglia e la condizione fisica aiutata anche da un gruppo di ragazzi che, come avevo sperato, è risultato essere molto affiatato e motivato per farmi tornare a credere in un mondiale junior partito non proprio con il piede giusto. Al collegiale ero un po’ svogliata e nervosa ma appena entrata nell’Hamdan Sports Complex ho ritrovato la motivazione e la voglia di competere che mi hanno dato quel qualcosa in più che mi ha consentito di recuperare la mia nuotata e le giuste sensazioni. ll 400 non è andato proprio come avrei sperato forse per la preparazione discontinua che non mi ha consentito di provare abbastanza passi gara necessari per questa distanza. Il giorno dei 200 sono riuscita a trovare quella cattiveria e determinazione che da tanto non sentivo e che mi ha dato la forza per esprimermi al meglio in questa distanza.
Provare a cimentarmi in altre gare e distanze?
Credo che potrei puntare a fare ad un livello riguardevole anche gli 800 stile e forse i 200 delfino ma sono gare per le quali dovrei avere più allenamento che con il tempo verrà sicuramente!
🙂
Diletta Carli
e Corrado Sorrentino per Swich!