Di di recente sono incappato molto piacevolmente in un articolo pubblicato nella nuova rivista del settore aQa, un articolo molto interessante di un dirigente sportivo nonché insegnante di educazione fisica ma anche docente della federazione italiana nuoto e quindi del settore istruzione tecnica, insomma Gianfranco Defendi non è proprio l’ultimo arrivato!
Questo articolo mi ha incuriosito perché tratta un argomento a me molto caro ovvero il rapporto tra allenatori atleti e genitori, e ripassa un po’ quelle che sono le dinamiche in questo rapporto triangolare evidenziando pregi e difetti nelle diverse situazioni, vin propongo uno stralcio con alcuni passaggi dell’articolo ma capirete bene che per correttezza non posso andare troppo oltre, se posso darvi un consiglio però fate come ho fatto io, procuratevi la bella rivista semestrale e fate tesoro delle parole del professor Gianfranco Defendi!
“Era da un po’ che volevo scrivere questo articolo, ma mi serviva tempo per riflettere e per riordinare i pensieri. Da molte parti sento dire che le generazioni sono cambiate. Probabil-mente è vero, un tempo lo sport era un aggregatore. Ore e ore passate a giocare con gli amici e il telefonino l’ultimo dei nostri pensieri. Proprio per questi motivi ritengo che il bravo allenatore non può limitarsi a insegnare solo il gesto tecnico, ma deve essere una figura autorevole che trasmette dei messaggi forti, dei valori da custodire come un tesoro da spendere non solo nello sport, ma nella vita di tutti i giorni. La gestione dei giovani nuotatori deve basarsi su precise regole e strategie, altrimenti si presta il fianco ai pochi genitori che hanno un atteggiamento sbagliato…”
“• Voi considerate i vostri figli bambini di 13-15-17 anni. • Noi consideriamo i vostri figli persone di 13-15-17 anni.
• Voi considerate i vostri figli bambini incapaci di prendere decisioni. • Noi consideriamo i vostri figli persone capaci di prendere decisioni, e sul piano vasca pretendiamo che prendano decisioni, soffriamo quando prendono quelle sbagliate e cerchiamo di correggerli, ma non le prendiamo mai per loro.
• Voi volete risolvere tutti i problemi dei vostri figli: se vanno male a scuola ingaggiate un insegnante per le ripetizioni, se il professore è severo e dà tanti compiti, andate a lamentarvi con il preside, se l’allenatore grida o gli dà una tirata d’orecchi… Apriti cielo. Anche se lui vive tutto questo serenamente, voi volete essere i protagonisti della sua vita.
• Noi non vogliamo e non possiamo risolvere i problemi dei vostri figli: ogni giorno cerchiamo di allenarli fisicamente e mentalmente, ma non possiamo andare in acqua al loro posto e per fortuna neanche voi: in piscina trovano un posto dove crescere in modo autonomo.”
…ma c’è dell’altro ancora…