Chissà cosa sarà realmente passato per la testa di Federica Pellegrini al tocco della piastra dei 200 stile. È vero, non avrebbe dovuto gareggiare ieri, ma visto il suo stato di forma e il parco partenti, sarebbe stato difficile per lei guardare serenamente questa gara seduta tra il pubblico. Le sue sono dichiarazioni di sorpresa, e sicuramente il tempo, 1.55.18 è una sorpresa per tutti. Sul podio era sorridente, ma è innegabile che abbia gareggiato per vincere l’oro, non l’argento. Nessuno gareggia per arrivare secondo. I pensieri però forse sono andati allo scorso anno, quello in cui con questo tempo avrebbe preso una medaglia. L’allenamento della scorsa stagione non è andato perduto, è stato capitalizzato quest’anno, Fede aveva bisogno di fidarsi di qualcuno per poter essere più leggera fisicamente e mentalmente. Anche Claudio Rossetto a Londra era certo che potesse nuotare 1.55, ma lei non aveva evidentemente in lui la stessa fiducia che ha in Lucas. E questo ha fatto la grande differenza. La testa.
Anche le teste di Camille Muffat e Missy Franklin hanno fatto la differenza. Missy voleva questo oro forse anche più che in tutte le altre gare. Non è in forma al 100%, commette troppi errori per esserlo, anche ieri ha lasciato due decimi sul blocchetto, ma il campione è sempre un mix di talento, testa e cuore e lei abbonda in tutte e tre le doti. Il suo tempo 1.54.81. La testa di Camille Muffat gioca sempre brutti scherzi, ma qui ha salvato il salvabile, sapendo di non essere al top. Forse sarebbe potuta partire un po’ più piano e non morire così, gli ultimi 50 m, ma sapeva che Federica avrebbe chiuso molto forte, e doveva rimanerle davanti dall’inizio. Per lei 1.55.72. Tre grandi campionesse.
Anche oggi troveremo almeno un altro italiano in finale. Il mood sembra invertito. Luca Dotto è riuscito a scrollarsi di dosso la brutta prestazione di domenica in staffetta ed è entrato con l’ottavo tempo in 48.46, lasciando fuori Nikita Lobinstev e Hanser Garcia. Cosa sia successo in staffetta rimane da capire, ma ancora una volta la differenza è data solo dalla testa. Primo tempo per Nathan Adrian, che cerca di giocare con il lato psicologico di James Magnussen, che evidentemente teme molto il campione olimpico. L’australiano si nasconde e tra mattina e pomeriggio alza il crono di 5 decimi: 47.7 in batteria, 48.20 in semifinale. Sicuramente sia lui cheJames Feigen, ieri 48.07, nei prossimi giorni dovranno fare i conti con la propria coscienza per aver regalato l’oro della staffetta alla Francia. Filippo Magnini non riesce a sfatare la maledizione della corsia uno e, malgrado un tentativo di passaggio più veloce, peggiora il tempo delle batterie e chiude sedicesimo in 49.12.
Nei 50 rana, Cameron Van der Burgh si prende la rivincita dei 100 su Christian Sprenger, battendolo con un arrivo da manuale. 26.77 contro 26.78, Bronzo per l’altro sudafricano Giulio Zorzi con 27.04.
Zorzi era stato oro alle Universiadi di Kazan due settimane fa, qui si migliora ancora.
Gareggiare molto, soprattutto per un velocista è fondamentale.
Mattia Pesce finisce ottavo in 27.53. Sarà anche partito dalla ormai famigerata corsia uno, ma non si può fare su un 50 più che al passaggio dei 100.
I 200 delfino, orfani di Michael Phelps, hanno trovato un nuovo sovrano:
Chad Le Clos. Il sudafricano soffre un po’, ma sa di essere più forte, e se passasse la gara pensando a quello che sta facendo anziché a guardare gli altri, forse faticherebbe un po’ meno. La sua nuotata è tutto tranne che bella, si alza tantissimo sull’acqua e non sembra neppure sfruttare tutta la lunghezza delle sue braccia. Ma dopo l’oro olimpico si prende anche quello del campionato mondiale in 1.54.32.
Secondo Pawel Korzeniowski, 1.55.01. Terzo Peng Wu: 1.55.09
Quasi scontata la vittoria di Sun Yang negli 800 stile, ha giocato con gli avversari per 650 metri e poi preso il largo con una delle sue solite chiusure a 54.82. Stupisce però tutta la sua esultanza al tocco della piastra e ancor di più le lacrime sul podio. Abituati a vedere atleti cinesi che a fatica sorridono dopo una vittoria, lui si conferma un marziano anche per la sua stessa nazione. Il podio Sun, 7.41.36, Michael Mcbroom, 7.43.60, Ryan Cochrane, 7.43.70. Gregorio Paltrinieri, sesto in 7.50.29, scala una posizione rispetto alle batterie, ma l’impegno per la maturità ha evidentemente inficiato il suo piano di allenamenti.
I 50 dorso femminili hanno trovato una nuova ragazzina terribile, la diciassettenne Yuanhui Fu, che si aggiudica il primo tempo per la finale con 27.40. Missy Franklin, non brillantissima nelle batterie del mattino, decide di non nuotare le semifinali per concentrarsi sui 200 stile. Il risultato le ha dato ragione.
Il sostegno del pubblico sembra fare la differenza anche nel nuoto, e Mireia Belmonte, sospinta dall’intero palazzetto, stabilisce il miglio crono dei 200 delfino, conquistando con 2.06.53 la corsia 4 per la finale. Molto brava Stefania Pirozzi che, dopo essersi migliorata in batteria, abbassa ancora il suo personale, portandolo a 2.08.09, ma rimane fuori dai primi 8. Il futuro per lei potrebbero essere più le gare a delfino che i misti. Ma spero continui a farle entrambe.
Ryan Locthe cambia scarpe, schiera le ali con la bandiera americana, e nei 200 misti chiude al primo posto delle semifinali con una subacquea straordinaria, anche nel cambio dorso-rana.
È diventato oramai impensabile pensare di diventare un nuotatore di alto livello, senza curare questo dettaglio tecnico. Nessuno, come già era successo al mattino, ha comunque spinto particolarmente.
Situazione di cui avrebbe potuto tranquillamente approfittare Federico Turrini, che invece ha chiuso al mattino 19 esimo in 2.00.02, a 3 centesimi dal sedicesimo. Presentarsi ai 400 misti con una semifinale mondiale sulle spalle, sarebbe potuto essere un vantaggio nella gestione dello stress.
Cristina Chiuso per Swimming Channel