BARCELLONA 2013
DAY 8 – IL REPORT FINALE di Cristina Chiuso
I bilanci si fanno alla fine delle gare, di tutte le gare, non prima.
Certo non possiamo parlare di un mondiale totalmente positivo ma sicuramente quest’ultima giornata ci ha regalato una ventata di ottimismo, ci ha ribadito ancora una volta che anche con molti chilometri in meno sulle spalle, ma la grinta e la volonta’, si puo’ arrivare a fare il proprio migliore e salire su un podio mondiale.
Ci ha raccontato che il nuoto e’ tutto tranne una scienza esatta e il fattore umano continua, nel bene e nel male, ad essere predominante, ci ha fatto capire che come sempre accade, sono i dettagli a fare la differenza.
E cosi’ Gregorio Paltrinieri, in un anno in cui tra impegni con il gruppo sportivo militare ed esame di maturita’, non riesce a completare tutto il programma di allenamento previsto dal suo coach Morini, si regala un bellissimo bronzo con tanto di record italiano!
Non e’ una novita’ che Gregorio sia tra i migliori al mondo, da qui, tra chilometri e tecnica, parte il suo viaggio verso Rio dove sono certa potra’ lottare per qualcosa di ancora piu’ importante.
Se Ruta Meilutyte stabilisce il record del mondo in semifinale,perde l’oro in favore di Yulia Efimova nella finale, ritornando anche lei tra gli umani.
Cate Campbell, dopo aver dominato in tutte le prove della velocita’ femminile, parte leggermente in ritardo e lascia la corona a Ranomi Kromowidjojo che, pur con uno stato di forma non olimpico, tira fuori dal cilindro una prestazione maiuscola.
Kosuke Hagino avrebbe meritato di vincere l’oro nei 400 misti, soltanto per il numero impressionante di gare in cui e’ arrivato in finale qui a Barcellona, ma lo sport non concede errori e distrazioni, e il giapponese paga due frazioni troppo veloci e crolla al quinto posto, lasciando la vittoria al compagno di squadra Daiya Seto, seguito da quello che e’ stato annunciato come il nuovo Phelps, Chase Kalisz.
Quest’ultimo, alla prima esperienza internazionale, si migliora di piu’ di due secondi in finale, la gestione della sua gara lascia presagire una confidenza e un talento fuori dal comune. Settimo ai 100, sesto ai 200, quarto ai 300.
Matt Grevers tenta di beffare la coppia francese del dorso , Lacourt/Stravius nella gara piu’ veloce, ma è il bel Camille ad arrivare primo sul tocco della piastra, e A Grevers e Stravius non resta che dividersi il secondo posto.
Le ragazzine terribili sono state le protagoniste di questi campionati, ma c’e’ sempre l’eccezione che conferma la regola.
L’oro olimpico dei misti Ye Shiwen e’ troppo giovane, diciassette anni, per avere gia’ bisogno di un anno sabbatico post olimpico, eppure si e’ presentata a Barcellona con due controprestazioni difficilmente spiegabili, dopo aver perso i 200 misti, ieri e’ finita ottava, a 10 secondi dal suo record mondiale.
Tutti i riflettori sono stati per Katinka Hosszu, qui dominatrice anche dei 400 misti.
L’ungherese, dopo aver passato gli ultimi anni negli States, ha trovato la chiave di volta in una programmazione cominciata con la vittoria in Coppa del mondo, e continuata mettendo l’accento della sua preparazione sulle competizioni piu’ che sull’allenamento fine a se stesso.
Scelta indubbiamente vincente.
Dominare la 4×100 mista e ritrovarsi squalificati per un cambio anticipato di due centesimi, e’ un errore che credo difficilmente ripeteranno gli Stati Uniti.
Dopo aver perso la staffetta veloce dalla Francia, avevano optato per una formazione, sulla carta forse piu’ debole, ma sicuramente piu’ consistente dal punto di vista emotivo nell’ultima frazione, schierando Adrian e non Feigen.
Purtroppo per loro, hanno dovuto fare i conti con la giovane eta’ del loro astro nascente della rana, Kevin Cordes. Il ragazzo ricordera’ sicuramente questo campionato per tutta la sua carriera, per lui una medaglia buttata in gara individuale e una squalifica in staffetta. Anche gli americani sbagliano.
Chi qui non ha sbagliato e’ stata la Francia, di nuovo oro in staffetta.
L’Italia conquista il sesto posto. Impossibile non arrendersi e fare i complimenti ai cugini galletti, sono molto piu’ forti di noi.
Il campionato non poteva che essere chiuso dal sesto oro di Missy Franklin con la 4×100 mista a stelle strisce. Otto gare, sei ori, un quarto posto e uno scratch. Chapeau!
Sicuramente se la sfortuna non avesse contribuito a rendere delle prestazioni gia’ non soddisfacenti ancor piu’ negative, ora ci ritroveremo a parlare di un mondiale con una faccia leggermente diversa, con alcune finali e semifinali in piu’.
Ma in uno sport di prestazione come questo, la sfortuna non esiste, esiste il tempo e nient’altro, e il tempo non racconta versioni diverse di una prestazione, e’ il giudice severo del nuoto.
Cosi’ se Federico Turrini arriva decimo a 15 centesimi con 4.15.96, non e’ sfortunato, dato che il suo migliore nuotato ad Aprile e’ di 4.11.55, e se la 4×100 mista donne viene squalificata e’ perche’ c’e’ stato un errore, capita ma sarebbe stato record italiano!
Stefania Pirozzi e Luca Marin chiudono rispettivamente 13esima e 14esimo. Per Marin e’ la prima finale mancata da molti anni.
Questo e’ lo sport, si vince e si perde, la cosa importante e’ imparare dai propri sbagli e non accontentarsi mai.
La strada per Rio e’ fortunatamente solo all’inizio.
Cristina Chiuso per Swimming Channel